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  • Immagine del redattoreDott.ssa Eleonora Damiani

"Figli" e "La verità, vi spiego, sull'amore" a confronto:

Come l'ascolto di sè e dell'altro nella coppia può essere di supporto alla funzione genitoriale



Il seguente articolo propone un confronto tra il più recente film "Figli" del 2020, diretto da Giuseppe Bonito e basato sul monologo di Mattia Torre "I figli invecchiano", e "La verità, vi spiego, sull'amore" del 2017 di Max Croci. Il punto di intersezione dei due film è l'argomento su cui entrambi si basano, ovvero la fase della storia della coppia in cui arriva il secondo figlio.




I due film "Figli" e "La verità, vi spiego, sull'amore", nati a distanza di poco tempo l'uno dall'altro, raccontano due esiti possibili nel momento in cui arriva il secondo figlio nella vita di coppia.

"Figli" racconta la storia di Nicola e Sara, che, non riscontrando grosse difficoltà con la prima figlia, trovano molta pesantezza con l'arrivo del secondo. Sembrano non riuscire a comunicarsi vicendevolmente i propri bisogni, se non sotto forma di agiti (urla, fughe ecc.).

"La verità, vi spiego, sull'amore" invece è la storia di Dora e Davide, che già allontanati con l'arrivo del primo figlio, si separano definitivamente poco dopo l'arrivo della seconda.

Sia Sara che Dora, pur se in contesti differenti, si trovano a rimanere più tempo con i bambini rispetto ai partners. Sara è ancora nella fase in cui il bambino ha bisogno costantemente delle cure materne, il che le impedisce di riprendere il lavoro, sentito come bisogno emotivo. Dora deve giostrarsi tra lavoro e figli completamente da sola già prima della separazione poichè il marito lavora a Milano e loro abitano a Torino.

Vi è un momento in cui Davide dice a Dora che si è sentito fatto da parte, poichè lei non mostrava di aver bisogno di lui, e forse per la propria storia familiare inconsciamente Dora lo ha fatto, lo ha messo da parte. Egli stesso, sempre per il proprio vissuto personale, si è fatto fuori, arrivando fisicamente a lavorare altrove e decidendo di lasciare la compagna come agito, senza passare per un'elaborazione di quello che provava.

Mentre nella relazione di Davide e Dora i vissuti interni riescono a venire fuori dopo l'avvio della separazione, non è lo stesso per Sara e Nicola.

Questi due infatti tre mesi dopo la nascita del piccolo, attraversano varie fasi dove entrambi sembrano sfogarsi, trattenere o evitare senza entrare in ascolto dell'altro, forse perchè impossibilitati ad ascoltare se stessi.

La crisi di entrambe le coppie ha come esito un momento di reale cambiamento, quando vi è la possibilità di un dialogo, dunque un confronto rispetto ai reciproci bisogni e pensieri. Finchè infatti ognuno era continuamente proteso a prevenire il pensiero dell'altro o a pretendere che l'altro la pensasse secondo i propri schemi, non vi era la possibilità di un incontro reale delle due differenti personalità. Quando entrambi gli elementi della coppia sono disposti ad entrare in contatto con i propri bisogni e a comunicarli all'altro, è possibile l'incontro con il partner reale e non con quello idealizzato, poichè si entra prima in ascolto di sè.

Questo incontro permette a Sara e a Nicola di rimanere insieme, nonostante e al contempo grazie alle difficoltà, scegliendo di non darsi continuamente contro, ma di appoggiarsi reciprocamente l'uno all'altro come una squadra, condividendo gioie, dolori e responsabilità. Inoltre riservandosi degli spazi di coppia hanno l'opportunità di dare ai figli la versione più autentica di sè come genitori.

L'incontro tra Dora e Davide rende possibile il confronto su quello che non ha permesso loro di stare insieme e di prendere consapevolezza di quello che vogliono realmente, ovvero se tornare insieme o meno. La scelta di Dora diventa quella di non voler tornare insieme al partner poichè non più innamorata, o comunque non innamorata del reale Davide, di quel momento. Così è possibile per Davide l'elaborazione del proprio agito iniziale di lasciare Dora, che diviene una scelta responsabile. L'accettazione dell'altro per quello che è, seguita all'iniziale disillusione, permette ad entrambi di poter continuare ad essere genitori senza lasciare conti in sospeso e accogliendo l'altrui modo di fare il genitore. Questo permette anche ad ognuno di occupare il proprio spazio, nei limiti del ruolo proprio e dell'altro.

Pertanto entrambi i film mostrano come sia nelle coppie unite sia in quelle separate, per il proprio benessere e per quello dei figli, vi è la necessità che si espleti il processo di accettazione di sè e dell'altro in quanto esseri umani, con personali limiti e bisogni.




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