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  • Immagine del redattoreDott.ssa Eleonora Damiani

Quanti Iron Men dentro ognuno di noi?

Iron Man è un personaggio Marvel noto per la sua forza e l'armatura scalfibile, ma non distruttibile, se non da egli stesso. La mia teoria è che ogni essere umano abbia introiettato almeno un Iron Man, ossia una persona mitizzata, apparentemente impossibile da distruggere.

Chi ha visto "Avengers - End Game" sa che è proprio Iron Man l'Avenger che muore al termine del film, sacrificandosi per tutti. Questo sacrificio è solo l'ultimo di una serie grazie ai quali Tony Stark (nome reale dell'eroe) ha potuto continuare a rimanere un mito. Egli infatti in vita più volte ha dovuto negare le proprie umane paure, non affrontandole, fino al punto di tornare indietro nel tempo, pur avendo accanto i suoi affetti più cari, sopprimendo i propri bisogni per il bene del'umanità.

Ebbene, sembra che ognuno di noi abbia introiettato un Iron Man che può essere un padre, una madre, un nonno ecc., perché ci sono delle figure che nella nostra mente appaiono come stoiche, invincibili, le cui convinzioni rappresentano quello che per noi è il "giusto" e lo "sbagliato". Il rischio di pensare in termini di giusto e sbagliato però è quello di non considerare i propri bisogni proprio come fa l'eroe. Alcuni ideali infatti pesano così tanto che per cercare di raggiungerli si rischia di soffocare i propri bisogni, e dunque quello che realmente si è, oppure di essere sommersi da sensi di colpa per il fatto di non perseguirli.

C'è un momento durante la vita in cui decidiamo di scoperchiare l'armatura di queste figure mitologiche per conoscere realmente chi abbiamo davanti? Dipende dalle risorse di ciascuno di noi e dalla volontà di tirarle fuori. Uno dei compiti dello psicologo e dello psicoterapeuta è proprio quello di aiutare la persona con cui è in relazione durante la seduta a vedere le proprie risorse e attraverso esse a spogliare piano piano insieme l'armatura messa al proprio o ai propri Iron Men introiettati.

L'Iron Man interno può essere denudato attraverso la consapevolezza della sua umanità e della sua limitatezza. Tramite questa consapevolezza sarà possibile più facilmente venire a patti con la propria umanità e con i propri limiti, dando spazio ai bisogni personali. In questo modo inizierà il processo tramite cui verrà sempre più fuori il proprio vero Io e sempre meno il falso Sè, prodotto di convinzioni soggettive, fatte passare con concetti di "giusto" e "sbagliato".

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